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Giornali in Bianco e nero

USA: quando muore l’informazione locale è a rischio la democrazia

La crisi dei giornali locali, negli Stati Uniti, è una minaccia per la libertà e democrazia. Ad affermarlo uno studio dal titolo “Losing the News: The Decimation of Local News and the Search for Solutions” realizzato da PEN America, organizzazione nonprofit statunitense che pone al centro della sua attività la libertà di espressione e l’informazione.

“La storia è familiare: un’azienda locale collassa dopo aver perso la sua battaglia con un gruppo nazionale di una lontana città. Ciò che è perso non sono solo i mezzi di sussistenza locali che quell’azienda forniva, ma anche il know-how locale che muore con essa”, scrive nell’introduzione al rapporto Ayad Akhtar, direttore di PEN che continua “…quando quella società nazionale è un hedge fund o un conglomerato di media e l’attività locale è un giornale, le conseguenze possono essere pericolose. L’informazione locale si basa sulla conoscenza del territorio. Un sano ecosistema di notizie locali fornisce alle comunità le informazioni per poter vivere una vita sana e sicura e partecipare alla vita democratica delle loro comunità. Un robusto sistema di informazione locale favorisce l’affluenza alle urne, aumenta la responsabilità di funzionari e manager aziendali, rende le persone consapevoli di opportunità e pericoli nelle vicinanze e, soprattutto, opera contro l’ormai diffusa disgregazione della coesione sociale raccontando la vita di un luogo e i suoi abitanti, raccontando storie quotidiane che formano la base per un’esperienza comune condivisa.”

Grafico Consumi libri e giornali nelle famiglia dal 1995 al 2018

Il libro va, con l’aiutino. Ma in Italia si legge poco

Gli italiani leggono poco, la loro propensione di spesa verso i prodotti stampati è in calo, la pubblicità su stampa, di conseguenza continua a perdere terreno rispetto al mercato pubblicitario complessivo. Ma gli incentivi alla lettura stanno funzionando: ne è prova il settore librario, unico che presenta dati in crescita, spinto dal “bonus 18” che per l’80% è stato destinato dai giovani fruitori all’acquisto di volumi in carta, per il quale all’orizzonte c’è l’estensione agli abbonamenti a giornali e riviste.

Sede del The New York Tiimes

Le strategie globali del New York Times

Pubblicati recentemente i risultati del terzo trimestre del New York Times. Numeri che in tempi di crisi dei giornali (cronica) debbono necessariamente essere apprezzati, sia perché in linea generale ampiamente positivi, sia perché congrui con le aspettative ed i progetti della prestigiosa testata statunitense.

E nonostante il fatto che, come ricorda Data Media Hub, il totale dei ricavi 2019 sia inferiore di circa un quarto (630 mln / dollari) rispetto a quelli di dieci anni prima, nel 2009.

Il CEO made in Italy? È poco social

Sono 3 su 20 i CEO italiani di società quotate in Borsa che adoperano attivamente i social network; di questa frazione, poco più della metà, il 53%, sono attivi in Linkedin come canale principale; il 5%, vale a dire una quota marginale, si avvale di Twitter. Ma è il dato riassuntivo a lasciare, probabilmente, più perplessi: 44 (il 21%) su 221 (tale è l’insieme dei CEO verificati) sono presenti con una propria pagina su Wikipedia, 6 su 10 hanno una biografia sul sito della propria azienda. Si parla di top manager, soggetti che dovrebbero avere una cultura e un’inclinazione consolidata verso la comunicazione.

Washington post Guild

Uno studio sull’equità
retributiva al Washington Post

Pubblicato il 6 novembre scorso lo studio realizzato dal sindacato dei lavoratori del The Washington Post (The Washington Post Guild ndr) sull’equità retributiva, di genere e razziale, nella prestigiosa testata statunitense.

L’obiettivo, come recita l’introduzione, è convincere il management che la leadership della testata inizi proprio dal rapporto con i suoi dipendenti:

“I dipendenti del The Washington Post lavorano ogni giorno per garantire che l’azienda sia leader dell’industria giornalistica. I membri del sindacato del The Washington Post ritengono che il giornale debba anche essere leader nel trattamento dei propri dipendenti”.

Gabbiano che volano disegno in bianco e nero

Studiare e comunicare

Sorvolare con passaggio radente il mondo dei media senza mai perdere d’occhio l’orizzonte è un esercizio ambizioso, certamente utile, complesso almeno quanto la stessa complessità che si propone di risolvere.

Media Studies è nata per riuscire in questo intento, finalizzandolo al confronto, all’analisi e alla successiva divulgazione. Attraversiamo una fase storica in cui le tecnologie di comunicazione evolvono con rapidità tale da riverberarsi come onde d’urto nel sociale. Un divenire spesso così veloce da far sì che la diffusione della notizia sopravanzi quella della conoscenza, che va nel frattempo a conquistare un valore fondamentale, probabilmente mai prima così rilevante.